Un progetto formativo e espositivo complesso, quello che ha visto coinvolta Ar-Theò, insieme a diverse altre realtà e istituzioni, a partire da ottobre 2021, dedicato a “San Cristoforo: il Santo che traghettò il Mondo”.
Il progetto si è sviluppato da pensiero che Paolo Rumiz scrive nel 2019: “… a pochi passi dall’altare c’era una statua di San Cristoforo, il santo che aiutava i deboli a guadare i fiumi e che oggi mi piace pensare dia una mano ai poveri cristi sui barconi in mezzo al mare e magari rischi di finire in galera per favoreggiamento di immigrazione clandestina.” Di quanti sancristofori avrebbe ancora bisogno il mondo? Di quanta gente disposta a prendere le parti dei più deboli e disporsi a un servizio di poca gloria e grande umanità e civiltà?
La sfida allora è stata di riscoprire l’attualità di questo santo. Non solo del traghettatore che affrontava le insidie delle acque, e che sapeva portare su di sé tutto il peso del mondo, ma anche il santo – come narra la leggenda del suo martirio – della guarigione degli occhi. Una guarigione che possiamo intedere come capacità di riabilitare lo sguardo, di vedere, di non passare oltre e porgere la mano a chi è nel bisogno.
Tutto è partito con una serie di incontri, aperti alla cittadinanza e nelle scuole, per presentare la figura di Cristoforo, la sua storia e la sua attualità, e i luoghi in cui, gigantesco come da tradizione, troneggiava sulle principali vie di comunicazione del Primiero.
Poi un laboratorio, con un studenti dell’Istituto superiore, che hanno ridipinto, almeno idealmente, il grande San Cristoforo che un tempo decorava la chiesa di Siror, uno dei paesi della valle. E, contemporaneamente, i molti disegni dei bambini delle elementari, che hanno interpetato a loro modo la storia del santo.
Il tutto confluisce in questa mostra, una raccolta di tante voci e volti, che hanno animato un lungo, bellissimo e appassionante percorso. Tutti sono invitati 🙂
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